info@arturoannecchino.net
web designer roberta boccacci
di guglielmo speranza
ULTIMA REPLICA DEL FAUST
DI PETER STEIN
In un'atmosfera irreale, fra lacrime e un tripudio di applausi durato venti minuti,il più sontuoso spettacolo mai concepito al mondo ha concluso a Vienna il suo ciclo di rappresentazioni.
FINE DI UN´AVVENTURA
Il «Faust» del titano Peter Stein
E´ finita.
La più folle avventura teatrale del Novecento si è chiusa
a Vienna con venti minuti d´applausi, forse di più.
Al debutto di Hannover, il 27 luglio 2000, nessuno avrebbe potuto dire che
l´integrale del Faust nell´allestimento
di Peter Stein avrebbe concluso il suo percorso con questo
trionfo: lacrime in palcoscenico, abbracci, fiori lanciati da ogni dove e,
immobile sulla ribalta, il sorriso di Bruno
Ganz, indecifrabile e quasi proiettato verso l´eternità.
In una fabbrica dismessa di Vienna, mentre fuori nevicava, si è sigillato
un avvenimento che è stato molto più di uno spettacolo.
L´impresa titanica di Stein è consistita nell´offrire,
in 21 ore di rappresentazione divise in due giornate, tutto il Faust di
Goethe, dal primo all´ultimo verso, senza omettere una virgola
e, soprattutto, nel proporre ciò che, da sempre, è stato liquidato
con l´aggettivo «irrappresentabile», ossia
la seconda parte dell´opera.
A Peter Stein sono stati necessari dieci anni di lavoro per dare concretezza
al progetto.
Dieci anni di studio, dieci anni di lotta contro coloro che non lo prendevano
sul serio, dieci anni per mettere insieme, banconota su banconota,
i 30 milioni di marchi (30 miliardi di lire) indispensabili ad
avviare l´impresa e a costruire un teatro con due sale capaci di accogliere
462 spettatori.
Il Faust è nato in un hangar di Hannover dopo un anno di prove. Al
debutto del 27 luglio non c´era Bruno Ganz, immobilizzato da una caduta.
Le recite di Hannover si conclusero il 19 settembre 2000, a teatro sempre
esaurito.
Con i suoi sessanta container Faust si spostò a Berlino, in
un vecchio deposito d´autobus sulle rive della Spree.
Vi si fermò fino al 15 luglio 2001.
Quindi fu la volta di Vienna, l´ultima tappa di un viaggio nel
tempo e nello spazio, nell´utopia e nel coraggio.
Che sembra davvero senza precedenti, anche per l´esito di pubblico.
Secondo le stime di Le Monde, tutte le sale sono state coperte al 98 per
cento della loro potenzialità. Il che vuol dire una sola cosa: non
c´è mai stato un posto libero.
Gli spettatori arrivavano da ogni dove, anche dall´Italia.
Qualcuno ha visto lo spettacolo per la bellezza
di quattordici volte.
Da non crederci.
Esiste almeno un neo in quest´apoteosi del coraggio teatrale?
Forse più di uno. Per cominciare, i conflitti esplosi all´interno
della compagnia, con quell´elettricità che Peter Stein ha dichiarato
di non tollerare più. «Sono troppo vecchio per entrare
in lizza e in dialettica».
E poi è stata notata l´assenza di un «vivaio».
Il gran cantiere del Faust poteva diventare un vero e proprio master per
giovani registi, un corso di perfezionamento col quale le nuove leve avrebbero
potuto viaggiare all´interno dell´arte di Stein, nella complessità
della sua forma e nella costruzione di un´autentica cattedrale della
messinscena.
Invece, Faust è stato fino all´ultimo la creazione di un solitario,
il sogno di un titano che ha creduto nell´impossibile.
Ma forse Stein è proprio questo.
E´ l´artista che ama il motto «solo contro tutti»,
è l´uomo che si spende con generosità e con rabbia.
Probabilmente ha creato così la Schaubühne
di Berlino.
Probabilmente ha concepito così il Faust 1 e 2, che tutti, prima di
lui, avevano offerto a nuclei e a lampi lirici, anche il più coraggioso
di tutti, Giorgio Strehler, che al Piccolo
aveva tentato la carta della «quasi» integralità.
Ora Stein assapora il trionfo.
Generoso con rabbia.
Faust
Faust I - 1/5
Faust I - 2/5
Faust I - 3/5
Faust I - 4/5
Faust I - 5/5
Faust II - 1/8
Faust II - 2/8
Faust II - 3/8
Faust II - 4/8
Faust II - 6/8
Faust II - 5/8
Faust II - 8/8
Faust II - 7/8